I passaggi attraverso i quali accede il disabile, negli anni, hanno subito un’evoluzione: in origine vi erano le sbarre, che la facevano da padrone.
Poi, sono arrivati i portelli motorizzati, i varchi motorizzati con ante rettangolari- ellittiche, i cancelletti automatici…
Il vantaggio principale sicuramente è dato dalla larghezza del passaggio: più ampio rispetto alle misure standard.
E’ necessario però che tale passaggio venga tenuto sotto controllo per evitare problemi e/o infortuni.
Per fare ciò i passanti devono essere identificati.
Prima, era necessario allungare la mano e far scorrere il proprio badge: cosa non proprio comodissima.
Oggi, basta avvicinare il badge al lettore.
La soluzione ideale sarebbe, però, la possibilità, tramite il controllo accessi, di analizzare il volto ed avere un riconoscimento immediato: senza dover fare ulteriori operazioni e garantire l’accesso senza difficoltà.
Questo tipo di controllo però, non è attuato in molte aziende.
Non sono poche le imprese che installano tecnologie di ogni tipo per il comfort dei dipendenti, tralasciando però questo “piccolo particolare”.
L’investimento richiesto non è una cifra esorbitante, eppure molti ancora tralasciano quest’aspetto tenendolo in secondo piano e giustificandosi con un “ma ci siamo noi ad aiutare”.
Apprezzabile il gesto e l’umanità, ma non credete, che molto probabilmente, i disabili vogliano avere una propria autonomia e poter accedere dove e come vogliono alle strutture?
Ci auguriamo che un controllo accessi adatto, poco invasivo e comodo, venga installato il prima possibile da molti!
Per chi di voi fosse interessato ad evolversi verso questa soluzione, ci contatti pure!
Saremo ben lieti di darvi tutte le informazioni possibili e di conformare la vostra attività alle esigente di tutti: nessuno escluso.
FONTE: http://www.secsolution.com/notizia.asp?id=2435